Sapete che il 7-8% delle patologie dermatologiche è dovuto a ciò che indossiamo?
Ftalati, formaldeide, metalli pesanti, solventi, coloranti tossici, sono tutti elementi chimici che vengono spesso usati nel mondo tessile, soprattutto in capi di abbigliamento importati da Cina e Est asiatico.
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Come difenderci?
Controllare sempre l'origine di produzione.
Non acquistare capi di abbigliamento privi di etichetta di composizione.
Lavare sempre un capo di abbigliamento nuovo prima dell’indosso e, nel caso di rilascio di colorante, rilavarlo.
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Il problema è reale, nel 2012 Greenpeace ha rivelato dati allarmanti: su 141 campioni di vestiario analizzati di 20 diversi brand - fra cui Zara, Calvin Klein, Levi's, Armani, Gap - prodotti in Paesi in via di sviluppo, due terzi contenevano agenti chimici in grado di provocare cancro e disturbi ormonali.
Greenpeace ha così lanciato una petizione per spingere i big della moda a ripulire la filiera di produzione.
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In Italia vogliamo ricordare l'associazione Tessile & Salute, che da anni collabora con il Ministero della Salute e, unica in Europa, può contare su un osservatorio nazionale dermatologico, su una banca dati delle sostanze, su una rete di laboratori e su competenze interdisciplinari in grado di valutare sulle persone la fisiologia cutanea e le sue interazioni con i prodotti tessili.
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Dal 2015 la nostra azienda possiede la certificazione TESSILE & SALUTE (CERTIFICATO N° 10130060).
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Scopo della certificazione è quello di rendere trasparente il processo di trasformazione dell’articolo tessile tracciandone e descrivendone le fasi di lavorazione nella filiera;
garantire l’assenza di sostanze chimiche pericolose secondo quanto richiesto dal Ministero della Salute;
valorizzare i requisiti di sicurezza del prodotto;
rimarcare l’impegno profuso dal produttore (in termini di risorse dedicate e di investimenti tecnologici) allo scopo di realizzare un prodotto sicuro e rispettoso delle normative ambientali.